Marcovaldo 2018, Crocizia - Calendario dell'Avvento, giorno 17
Un personaggio di Italo Calvino ma anche un vino bianco, tra i cardini del movimento naturale del territorio di Parma: è Marcovaldo, il bianco di Crocizia. Affrontiamo così questo giovedì del nostro Calendario dell'Avvento...

Tra le colline parmigiane, un baluardo di resistenza naturale
Oggi giochiamo in casa, viaggiando per le nostre colline in provincia di Parma. Non potevamo esimerci dall'includere una realtà parmigiana dal nostro Calendario dell'Avvento, e la scelta non poteva che ricadere sull'Azienda Agricola Crocizia, portata avanti da una persona che stimiamo molto per il suo lavoro e i suoi vini: Marco Rizzardi.
Per la precisione, ci troviamo a Pastorello di Langhirano, salendo verso l'Appenino Tosco-Emiliano oltre Langhirano. Seguendo il Torrente Parma, sono circa 30 km dalla città, lungo una strada che diventa prestissimo circondata di campi e alberi, e che una volta raggiunte le colline rasenta l'incontaminato dei boschi.
E in realtà va detto che l'Azienda Agricola Crocizia sorge proprio in un luogo sperduto nel nulla, una vera oasi verde, quasi di pace se non fosse che si trova tanto in mezzo ai boschi da essere posizionata all'interno di una riserva di caccia.
Cantina di piccole dimensioni, in ogni caso. Pochi ettari vitati nei vigneti di proprietà adiacenti alla struttura in cui sorge la cantina, una vecchia dimora familiare. Oltre a questi vigneti, inoltre, si aggiungono una serie di piccolissimi appezzamenti, delle vere e proprie microparcelle, prese in affitto o usufrutto in giro per le colline adiacenti. Non per aumentare i volumi di uva, va detto (che comunque rimangono sempre bassissimi), quanto per una passione di Marco nel cercare vecchi appezzamenti, vecchie vigne in buone condizioni e salvaguardarle dal deterioramento e dal disuso! Piccoli appezzamenti, a volte composti da pochi filari, che Marco Rizzardi "salva" adoperandosi per tenerli in auge e coltivarli secondo la sua filosofia.
Una filosofia che minimizza l'intervento umano, e massimizza l'espressività naturale di vigneto e vitigni.
Un impegno che per Marco Rizzardi è come un filo d'Arianna che lo lega da sempre al territorio parmigiano, tanto da averlo reso negli anni un vero punto di riferimento. Tanto che, per di più, lo possiamo annoverare tra i capostipiti di quella meravigliosa fiera e comunità che è "Emilia Sur Lì": un ritrovo annuale (non nel 2020, purtroppo) per tutti i più agguerriti fautori della rifermentazione naturale in bottiglia, un tratto tipico e tradizionale della cultura vitivinicola parmigiana ed emiliana in generale.
Marcovaldo 2018, bianco macerato parmigiano tra Crocizia e Calvino
Un chiaro riferimento a Italo Calvino, che Marco Rizzardi rimarca spesso, nonché al nome del produttore stesso. Marcovaldo, il protagonista delle novelle di Italo Calvino pubblicate a puntate sul l'Unità (organo editoriale del Partito Comunista Italiano), un personaggio sensibile, ingenuo, sognatore all'interno di una realtà bizzarra e mistificata che rappresenta la modernità calviniana.
Così, con questa stessa ottica, Marco Rizzardi e l'Azienda Agricola Crocizia vedono il vino bianco macerato Marcovaldo.
Un vino bianco che deriva da un 80% di Malvasia Aromatica di Candia e un restante 20% di Sauvignon Blanc.
10 giorni circa di macerazione sulle bucce, fermentazione spontanea da lieviti indigeni e successivo affinamento in vasche d'acciaio. In nessun momento della vinificazione è contemplato l'interventismo umano, e ogni singola fase (ma questo anche in vigna) segue i criteri della più sincera artigianalità e del rispetto della vigna e del vino, nonché delle persone che si troveranno a bere tale vino.
Ciò che ne deriva è un vino macerato che rientra di fatto nella categoria degli Orange Wine. Aromi intensi, straboccanti quasi, che muovono dal miele al fiore di zagara, passando per note di resina d'albero e scorza d'arancia caramellata. In bocca un attacco quasi aggressivo, con un tannino presente che non si aspetta se non si è preparati alla tipologia di vino. Poi una bellissima spalla acida, lunga e continua che accompagna il sorso verso un finale pulito che lentamente ritorna con gli aromi avvertiti al naso.
Un vino bianco sicuramente gastronomico, da bere non troppo freddo (per non acuire le sensazioni dure di acidità e tannino) e che ben si presta ai più disparati abbinamenti tra primi strutturati e carni bianche. Ai più agguerriti, non ci resta che consigliarlo per l'aperitivo...
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Vi aspettiamo domani per la prossima etichetta del nostro Calendario dell'Avvento!