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Tenuta di Valgiano, Valgiano Rosso 1999 - Appunti di degustazione

A 21 anni dalla vendemmia, il Tenuta di Valgiano ci presenta una toscana energica, che pare gridare gioia e compiacimento: la prima per la sua godibilità, la seconda per aver potuto dimostrare di aver ancora qualcosa da dire in fatto di potenziale di invecchiamento.

Valgiano, la bellezza della Toscana delle colline Lucchesi

Alle volte, in Ombre Rosse, capita che si stia facendo qualcosa (lavorare, per esempio) e in un certo punto del tardo pomeriggio spunti qualche bottiglia il cui tappo magicamente viene espulso. E chi saremmo noi per sprecare tale evenienza?

Questa è la volta del vino rosso di Tenuta di Valgiano, per la precisione dell'annata 1999.

Siamo quindi sulle Colline Lucchesi, a nord-est tra Lucca e Montecatini Terme, e più in generale nella zona nord della Toscana. Un territorio complesso e meraviglioso per gli occhi, compresso perlopiù tra l'Appennino Tosco-Emiliano e il Mar Tirreno. Due grandi fattori di influenza territoriale quindi: uno dato dalla protezione (ma anche barriera) dell'Appennino, quindi le montagne, e uno dato dalla riserva idrica (e quindi anche termica) del Mare. Fattori che, se assecondati bene e uniti al lavoro di mani sagge e teste capaci, sono in grado di regalare grandi possibilità.

E se guardandoci intorno, dai dolci declivi delle Colline Lucchesi i panorami non mancano, volgendo lo sguardo in basso, alla terra, ci sarebbe molto altro da dire. Ci troviamo infatti di fronte a territori geologicamente definiti da marne calcaree e arenarie del Macigno Toscano, suoli e substrati che spesso si incontrano e si incrociano, a creare vari e variegati strati di suolo e sottosuolo. Ciò in cui le vigne dimorano e affondano le proprie radici, la loro dimora e fonte di vita.

Valgiano, Colline Lucchesi: l'annata 1999 in Toscana

Condizioni non semplici quelle delle Colline Lucchesi, ma anche piene di possibilità e opportunità. Opportunità date prima di tutto dalla possibilità di giocare con gli uvaggi, cioè i vari vitigni che lì si prestano a vivere - in primis il Re di Toscana, il Sangiovese. Opportunità che risponde poi alla primaria necessità di diversificare il rischio (climatico prima di tutto) e avere sempre la possibilità, con varie raccolte spalmate durante la vendemmia, di tenere a bada i valori primari di maturità delle uve.

L'annata 1999 in Toscana la si ricorda come un'annata tendenzialmente fredda, anche durante le giornate estive, e piovosa - certamente più della successiva 2000. Queste caratteristiche meteorologiche si sono poi presentate in forma di maturazioni non uniformi, che hanno imposto vari passaggi manuali in vigna, e un'accurata selezione delle uve.

Selezioni che hanno comunque permesso di scegliere le uve migliori da tutti i vari appezzamenti, e quindi di portare in cantina solo i frutti di miglior qualità per i vini di punta, veri e propri gioielli.

Tenuta di Valgiano, rispetto per la natura ed etica prima di tutto

Una tenuta, ed un vero e proprio spazio di sperimentazione, salvaguardia della tradizione e passione. La passione di Laura di Collobiano e Moreno Petrini, alla guida dell'azienda dal 1992.

Una tradizione fatta di amore per la terra, non solo per le vigne ma per tutto l'ecosistema che definisce un territorio. Fatto anche da chi ci abita, e che anche con il solo respiro contribuisce a trasformarlo giorno per giorno. Amore per la terra che significa anche rispetto, salvaguardia per l'appunto. L'etica, noi crediamo, passa anche da qui. Dai cicli naturali, dalla biodiversità, dalla rispetto del posto in cui si vive e delle persone che si hanno al proprio fianco. E a Tenuta di Valgiano tutto ciò lo si può ritrovare.

Per dare qualche termine, qualche definizione, e per sintetizzare e concludere, ci troviamo di fronte a una di quelle aziende che di ciò che oggi definiamo la "Corrente Naturale" e la "Filosofia Biodinamica" ne hanno sempre fatto un modo di vivere. E non una moda, ma una strada da seguire e perseguire con costanza e lungimiranza.

Tenuta di Valgiano 1999: appunti di degustazione

Ma passiamo ora al sodo, al calice (sempre mezzo pieno). Annata 1999, composta da 60% Sangiovese, 20% Syrah e 20% Merlot. Stappata in un "pronti, via!" senza badare a ossigenazione o che altro, solo calice ampio e trepidante studio dell'evoluzione dei sentori organolettici.

Il colore è ancora carico, scuro, profondo, un rosso che solo nella parte più esterna dell'unghia presenta qualche riflesso aranciato dato dagli anni sulle spalle. All'occhio risulta quasi giovane e rampante.

Il naso parte inizialmente un po' fumoso, scuro, ricorda alcuni vecchi Sangiovese da zone più austere (tipo Montalcino, ndr). Lentamente si comincia aprire, ed ecco uscire la vena speziata del Syrah. Meraviglia, bruna meraviglia. Spezie nere, quasi bruciate a tratti, pepe e cardamomo nero. L'evoluzione porta poi in risalto il frutto, che entra in scena con fare teatrale tutto d'un colpo e racconta versi di fichi rossi, marmellata di prugne nere, con accenni di susina essiccata. Il legno, che c'è, è molto nascosto, armonico, preciso nel portare alla ribalta quel tanto di affumicatura che fa esplodere i sensi.

In bocca è un viaggio. Succoso, intenso, corpo pieno e materico (full body, diremmo in inglese). Il tannino è ancora duro, in una maniera che sembra incredibile. La temperatura della cantina probabilmente aiuta ad esprimere maggiormente le durezze del vino, ma la ventata di acidità rampante è tutta sua. Spalla acida lunga, come lungo, anche lunghissimo, è il primo sorso: la progressione naso-bocca pare non terminare mai e i rimandi anche nel retro-olfattivo sono netti. Emergono sensazioni di mora appassita, ancora il fico, ma i frutti di bosco sono veramente dominanti. Certo, in toni scuri e sempre più da frutta disidratata che matura: ma che presenza!

Le spezie tornano ancora, con un accenno che fa quasi pensare al tropicale, un leggero rimando al tamarindo mi solletica la bocca. Quelle spezie che al naso erano solo nere, in bocca prendono derive quasi dolci, ricordando in parte anche la sensazione pungente del caramello bruciato.

Pian piano che il vino prende aria, si ossigena, comincia a sentirsi tutta la sua maturità. È un percorso interessante che porta verso le mattine d'autunno, con suolo bagnato, terra umida, gli odori del sottobosco. Ai profumi di fungo si mescolano anche dei rimandi vegetali, quasi balsamici.

Profondo e pungente, quando la bottiglia finisce rimaniamo estasiati. Una di quelle bevute che fa esclamare "ma che bel vino, che bella Toscana!" e ci lascia col sorriso a lungo.


Cercate vecchie annate del Vino Rosso di Tenuta di Valgiano? Nella cantina di Ombre Rosse a Parma potrete trovare non solo l'annata 1999, ma anche la 2000 e la 2001, a prezzi regalo fino a Natale. E se vi interessasse provare la verticale 99-00-01 scriveteci, ve la faremo recapitare direttamente a casa vostra!

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